VIMERCATE/ GINECOLOGO E OSTRETICA CONDANNATI A 6 MESI PER MORTE DI NEONATA.
MORTE DI NEONATA.
Era nata il 16 luglio 2007, ma dopo solo cinque giorni il suo cuore aveva smesso di battere, è deceduta per sindrome da aspirazione massiva di liquido amniotico e sangue, ovvero per avere bevuto il liquido contenuto nella placenta della mamma misto a sangue durante le fasi del parto. Poco più di quattro anni dopo, la famiglia della vittima ottiene giustizia. Il ginecologo e l’ostetrica che erano in servizio al nosocomio di Vimercate la sera del parto, sono stati condannati a sei mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna, per concorso in omicidio colposo. Le condanne sono state inflitte ieri dal giudice monocratico del Tribunale di Monza, Patrizia Gallucci. Il genitori della bimba non si sono costituiti parte civile ma escono dal processo con un risarcimento danni. La pubblica accusa, rappresentata dal viceprocuratore onorario Paola Suglia, aveva chiesto per gli imputati un anno e sei mesi di reclusione, ritenendo che il medico e l’ostetrica sarebbero responsabili di non avere proceduto con solerzia al parto cesareo per la donna, che aveva già avuto in precedenza un primo parto cesareo, sottovalutando i rischi di una rottura dell’utero, che invece si è verificata e non monitorando l’accelerazione delle contrazioni dopo aver fatto assumere alla donna l’ossitocina per abbreviare i tempi del travaglio. Accuse sempre respinte dagli imputati: “Durante la fase del travaglio la donna presentava contrazioni regolari e nessun problema particolare era insorto - ha dichiarato l’ostetrica -. È stato quando la stavamo trasferendo in sala parto che la paziente è quasi svenuta. Lì è probabilmente avvenuta la rottura dell’utero. Il ginecologo è stato avvertito ed è stato lui ad autorizzare la somministrazione di ossitocina”. Versione diversa secondo il ginecologo: “Io avevo visitato la paziente ed era ancora presto per il travaglio, allora mi sono allontanato per altri numerosi impegni in reparto - ha spiegato al processo l’ imputato -. Non sono stato avvertito dall’ostetrica della somministrazione di ossitocina e quando la donna ha avuto la rottura dell’utero ed è svenuta io avevo finito il mio turno, sono entrato in sala parto ma non sono stato allertato”. Tesi difensive che non sono state accolte dal giudice, che ieri pomeriggio ha deciso di condannare per concorso in omicidio colposo entrambi gli imputati.
Emanuele Maffezzoni
(Fonte: Comune di Vimercate)
fonte:
Canale 11
Canale 11
www.canale11.it
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